La zeppola di
San Giuseppe non è una zeppola come le altre. E' forse la più conosciuta
ma anche l'ultima arrivata. Prima c'erano altri tre tipi di zeppole: la classica “zeppola”, uno dei dolci più antichi
che si conoscono, la zeppola "graffa" e la "zeppola pastacrisiuta".
La zeppola
classica: la più
antica, a forma di ciambella, si fa con semplicità, impastando della farina passata al setaccio con acqua e sale. Dall’impasto, liscio e morbido, si ricavano delle ciambelle, che vengono fritte nell’olio caldo (ma non bollente), quindi asciugate e spolverate con zucchero e/o cannella. Prima dell’avvento dello zucchero, al suo posto si usava il miele: prima dell’olio di oliva c’era lo strutto.
RICETTA
La
Graffa: identica nella
forma alla zeppola classica: a forma di ciam bella ricoperta di zucchero e
cannella. Si differenzia per il tipo di impasto che prevede anche le patate
per una maggiore morbidezza. Deve il suo nome al Krapfen, dolce austriaco di
forma tonda ma non a ciambella e diversamente dalla Graffa, ripieno di
crema. Il nome del Krapfen deriva da Veronica Krapf, fornaia austriaca che
l'ha inventato. RICETTA
La zeppola di San Giuseppe
è più recente e di tutt’altra pasta: quella degli choux (a Napoli “sciù”), detti anche bignè, che però vengono cotti al forno.
Per motivi dietetici, oggi anche la zeppola di San Giuseppe viene offerta nella variante “al forno”: quella vera però rimane quella fritta.
Nel settecento, il 19 marzo i friggitori, in omaggio a S.Giuseppe, loro santo patrono oltre che dei falegnami, allestivano dei banchetti davanti alle loro botteghe, per friggere e servire le zeppole direttamente in strada, in tempo reale.
Nell’imminenza del Santo, la zeppola di S.Giuseppe a Napoli la si trova ovunque. Ma è ormai facile trovarla quasi tutto l’anno, specialmente nel formato “mignon”. Al quale tanti napoletani sono stati costretti ad assoggettarsi, in nome di un pragmatico e salutistico “di meno, ma per più tempo”.Col tempo allo zucchero e alla cannella si è sostituita la crema pasticcera e l’amarena come guarnizione. RICETTA
La zeppola pastacrisciuta
è una zeppola
salata. Omonima ma diversa anche nella forma dalle altre zeppole. E' come
una pallina di pochi cm. Si ottiene prendendo un pizzico di “pasta lievitata cioè cresciuta” gettato nell’olio bollente.
Ancora oggi questo tipo di zeppola si acquista nelle tante friggitorie napoletane insieme ai
panzarotti (crocchè piccoli e senza ripieno) e si mangia in piedi ancora bollente. Esempio di un fastfood ante
litteram. E’a questa zeppola che si fa riferimento per indicare un difetto di pronuncia che riguarda la esse e la zeta. Non tanto per l’impossibilità di dire correttamente”zeppola” ma perché si parla come se si avesse “una zeppola in bocca”,caldissima. E la zeppola pastacrisciuta si mangia infatti bollente.
RICETTA
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